Immersioni subacquee: i consigli dell’esperto per evitare rischi
A differenza dei subacquei che si immergono con bombole e rebreather, gli apneisti possono contare soltanto sulla propria capacità di trattenere il respiro. Blackout, ipossia e barotraumi sono rischi specifici delle immersioni subacquee in apnea e potenzialmente molto pericolosi, che vanno affrontati con consapevolezza e con la giusta preparazione, fisica e mentale.
Immersioni subacquee in apnea: i rischi
I rischi delle immersioni in apnea sono quelli legati agli effetti della pressione sul corpo e alla carenza di ossigeno nel sangue. Se non si considerano la malattia da decompressione e i barotraumi, i pericoli più frequenti riguardano proprio l’ipossia: è l’esempio dei blackout e della Samba, lo stato pre-sincopale che colpisce spesso i campioni di apnea al ritorno in superficie.
I rischi legati alle immersioni subacquee in apnea trovano terreno fertile nella mancanza di preparazione, intesa non solo come allenamento fisico: la prima regola per evitare incidenti è quella di immergersi soltanto dopo aver seguito un corso specifico, che includa anche una preparazione teorica e pratica a fronteggiare eventuali emergenze.
Le indagini svolte dal 1995 al 2000 dal Catalina Hyperbaric Chamber (University of South California) rivelano un altro dato importante: il panico è un fattore comune alla maggior parte degli incidenti subacquei gravi. E l’unico modo per evitare di perdere il controllo, spiegano i tecnici della camera iperbarica statunitense, è quello di sentirsi a proprio agio e sicuri di quello che si sta facendo.
Barotraumi in apnea: cosa fare per evitare incidenti
I barotraumi a carico dell’orecchio sono tra gli infortuni più frequenti negli apneisti: quando ci si immerge senza bombole, si può lavorare solo con l’aria immagazzinata nel proprio corpo, quindi anche le manovre di compensazione sono specifiche.
Conoscere le tecniche di compensazione in apnea, come il Mouthfill e la tecnica di Frenzel, è fondamentale per evitare barotraumi. Per scongiurare problemi a carico dell’orecchio è importante non ritardare la compensazione in discesa, soprattutto nei primi metri.
Immergendosi in condizioni non ottimali può anche accadere di sentire un forte dolore alla fronte: potrebbe essere sintomo di un barotrauma dei seni nasali, un’altra evenienza piuttosto tipica delle immersioni subacquee in apnea, che si può evitare avendo cura di non immergersi in presenza di tosse, raffreddore e allergia, a prescindere da antistaminici e decongestionanti.
Un errore da non commettere mai in acqua è quello di proseguire quando si inizia a sentire dolore, anche solo a un timpano: il dolore indica sempre che qualcosa non sta andando come dovrebbe.
I rischi legati all’ipossia: Samba e blackout
La Samba si manifesta dopo stati prolungati di apnea, quindi è più frequente nelle competizioni di apnea che non nelle battute di pesca subacquea. Si riconosce facilmente, poiché provoca un’attivazione motoria incontrollata, che si può manifestare in veri e propri spasmi e contrazioni.
Esiste anche una Samba di grado minore, che provoca una difficoltà a gestire la respirazione una volta tornati in superficie: è l’effetto, del tutto reversibile, di piccole necrosi da ipossia. Per evitare la Samba è fondamentale respirare nel giusto modo non appena fuori dall’acqua: il consiglio è quello di non prendere troppa aria al primo respiro in superficie, che dovrebbe limitarsi a riempire i polmoni per circa il 40%.
Il blackout è una vera e propria sincope (con perdita dei sensi) causata da carenza d’ossigeno prolungata, e in quanto tale è uno dei pericoli più gravi cui è esposto chi pratica le immersioni in apnea. Le due regole fondamentali per evitare blackout sono scontate ma inaggirabili: conoscere i propri limiti e non immergersi mai senza un compagno fidato al proprio fianco.
Come evitare lo stress polmonare in apnea
Oltre a questi rischi, esistono anche altri pericoli da non sottovalutare legati all’apnea prolungata e all’ipossia, come le emottisi (cioè la presenza di sangue nell’espettorato) e gli effetti neuronali della mancanza protratta d’ossigeno, che possono condurre alla malattia da decompressione.
Per evitare situazioni di stress a carico dei polmoni, è necessario risalire lentamente e rispettare i tempi di recupero post-immersione, che devono essere almeno 3 volte il tempo passato in acqua. Un consiglio che molti esperti condividono, quando si tratta di salute dei polmoni e apnea, è quello di evitare assolutamente l’iperventilazione e altre tecniche di respirazione aggressive, soprattutto dopo l’immersione.
Un altro consiglio per evitare problemi a carico dei polmoni è quello di alternare profondità importanti e tuffi più superficiali. Quanto a Samba e blackout, la giusta idratazione e un’alimentazione adeguata possono ridurre drasticamente i rischi: la regola è quella di bere acqua ogni volta che si torna in superficie, anche quando non si sente la sete.