Pesca sub invernale: i consigli per proteggersi dal freddo
La pesca subacquea d’inverno è un’esperienza che va ben oltre quello che succede in acqua: mute gelide, automobili che diventano spogliatoi plastificati, borse piene di coraggio e grandi thermos di acqua bollente sono vecchie conoscenze di ogni pescatore sub che non si lascia spaventare dalle sfide della stagione invernale.
Quando si pesca in inverno, non basta evitare infiltrazioni di acqua fredda nella muta: bisogna sapersi difendere da quello che c’è fuori. Le basse temperature, ma soprattutto il vento che può sorprendere il pescatore a terra, sono nemici da non sottovalutare: un raffreddore o una sinusite dovuti al freddo, infatti, possono significare dover passare anche mesi lontani dall’acqua.
Pesca subacquea in inverno: muta pesante, arbalete corto
La pesca subacquea invernale non è per tutti: prima di trovare delle soddisfazioni nel mare d’inverno si possono attraversare diverse fasi di scoramento, che spesso iniziano nel momento in cui si posa lo sguardo sulla muta.
Lo scenario invernale non è dei più invitanti: è freddo, c’è poca luce e non gira un’anima. E questo vale sia dentro sia fuori dall’acqua: l’inverno sarà pure la stagione delle spigole, ma affrontarla senza “cappotti” non è così scontato.
Con il freddo, il metabolismo dei pesci rallenta: sono meno attivi, e per la maggior parte tendono a spostarsi in tana o più in profondità. È una stagione buona per chi ama la pesca in basso fondo e in acque leggermente torbide, e ovviamente per chi predilige la pesca in tana. In ogni caso, l’inverno è stagione di mute pesanti e arbaleti corti.
La temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo, nelle zone più fredde, può arrivare a scendere sotto i 10°, quindi la muta estiva non è neanche lontanamente un’opzione da prendere in considerazione. La pesca sub invernale richiede un suo specifico equipaggiamento, che è anche la principale arma di difesa contro il freddo.
L’attrezzatura del pescatore sub in inverno
Andare a pesca d’inverno, specialmente per chi vive a più di qualche chilometro dal mare, è un’impresa che richiede passione, istinto di sopravvivenza, capacità di adattamento e una buona dose di pazienza, oltre che una salute di ferro.
Tutto inizia dall’attrezzatura. Cosa non deve mancare nel bagaglio di un apneista in inverno?
- la muta: una delle opzioni migliori per pescare in inverno nelle acque del Mediterraneo è la combinazione giacca da 7 e pantalone da 5 mm (si può arrivare tranquillamente fino a 9 mm di spessore). La muta in neoprene liscio-spaccato è da preferire a quella foderata, perché aderisce meglio alla pelle, è più isolante e si asciuga molto più rapidamente;
- guanti e calzari sono forse la cosa a cui prestare maggiore attenzione. Per evitare infiltrazioni d’acqua nella muta, devono essere indossati senza formare grinze e soprattutto devono essere della misura giusta, meglio se un po’ abbondanti. Le estremità del corpo sono quelle maggiormente esposte agli effetti del freddo, e la costrizione può portare a intorpidimenti e perdita di sensibilità;
- le pinne: anche le pinne devono essere della taglia giusta, specialmente se si scelgono calzari generosi, da 3-6 mm. Il rischio, come per i calzari stretti, è che i piedi si intorpidiscano e perdano di sensibilità;
- bermuda: alleato insostituibile delle capovolte invernali, un bermuda indossato con dovizia può essere decisivo per evitare infiltrazioni di acqua fredda nella muta;
- cappello di lana: inutile girarci intorno, il vento è il nemico più temibile per il sub che pesca d’inverno, e proteggere la testa è fondamentale per evitare raffreddori e sinusiti.
Ma queste sono soltanto le basi. L’uscita vera e propria inizia molto prima di entrare in acqua, e finisce soltanto una volta che si raggiunge la meritata doccia calda. Bisogna quindi affrontare il capitolo più complicato: come raggiungere il punto dell’immersione (e tornare a casa) senza prendersi una proverbiale polmonite.
Pesca subacquea d’inverno: infilarsi la muta senza prendere freddo
Nell’equipaggiamento del pescatore sub in inverno andrebbero citate anche le protezioni per l’auto: poco importa se ci si infila la muta a casa oppure ci si veste una volta raggiunto il punto dell’immersione, in ogni caso l’automobile sarà chiamata a gestire quantità di umidità per cui non è preparata.
Sacchi di plastica, tappetini e protezioni varie sono parte integrante del bagaglio, specialmente se si prevede di usare l’auto come caldo spogliatoio prima e dopo l’immersione: alcuni riescono a infilarsi la muta (bagnata e insaponata) direttamente sui sedili, altri pescatori preferiscono attrezzarsi con tendaggi e tappetini e sfruttare la tettoia naturale del portellone posteriore.
Quello che non può mancare, in questi casi, è una buona scorta d’acqua calda e sapone, che servirà sia per infilare la muta sia per togliersela di dosso (e riscaldarsi) una volta tornati in superficie. In ogni caso, la vestizione è in assoluto il momento più delicato dell’uscita, e va programmato con una certa pignoleria. Allo stesso modo, avviarsi verso casa con la muta bagnata senza un accappatoio o una “copertura” di qualche tipo è una pessima idea, anche se si tratta di fare pochi chilometri.