Pescare viaggiando: le tre mete migliori per pescare in autunno
L’autunno è una stagione d’oro per la pesca subacquea: il caos generato da bagnanti e imbarcazioni svanisce lentamente, le correnti sono ancora gestibili e le mareggiate arrivano a ripulire tane e fondali, offrendo una limpidezza impensabile a fine estate, soprattutto sul basso fondo.
I piccoli pesci si spingono a mangiare sottocosta in vista delle grandi migrazioni invernali, seguiti dai predatori: quando il clima è abbastanza mite, anche lecce e ricciole restano in zona fino all’autunno inoltrato. Ed è proprio sugli incontri coi grossi pelagici, spesso inaspettati, che si gioca l’altissima reputazione di cui gode da sempre pesca sub in autunno.
Pesca subacquea: cosa si pesca in autunno
La pesca subacquea in autunno può dare grandi soddisfazioni: l’acqua è più limpida che mai grazie alle violente mareggiate d’ottobre, la mangianza nel sottocosta attira numerosi predatori, e l’assenza di turisti e imbarcazioni mette il pescatore di fronte a prede smaliziate ma anche decisamente più tranquille che in estate.
Dalla metà di settembre all’autunno inoltrato non è raro vedere grossi banchi di mangianza insediati da ricciole, barracuda e lampughe a pochi metri dalla costa. Tornano le corvine e le spigole, e dentici e cernie si spostano verso quote meno impegnative. Il sarago, soprattutto col mare mosso, si trova anche in pochi metri d’acqua ed è particolarmente distratto dal cibo, poichè si prepara al periodo della riproduzione – che inizia in inverno.
La pesca all’agguato con il mare mosso e all’aspetto sono tecniche perfette per il mare d’autunno: lecce e ricciole si lasciano insediare a basse profondità, ed è un buon periodo per sperimentare la cattura di grossi esemplari all’aspetto. Anche la pesca in tana offre belle opportunità tra settembre e novembre: la visibilità aumentata spinge alcune specie a nascondersi tra gli anfratti naturali, e le tane vengono costantemente ripulite dalle mareggiate, che portano via sedimenti e sporcizia.
Itinerari autunnali di pesca: il Promontorio del Circeo
Cefali, spigole, barracuda, lecce, saraghi, serra, orate e triglie: tra la scogliera di San Felice Circeo e Torre Paola, al limitare del Golfo di Gaeta, la pesca autunnale può essere molto ricca e variegata. È fondamentale informarsi sulle maree ed evitare la bassa marea soprattutto se si prevede di pescare in prossimità del canale di Torre Paola, zona estremamente interessante per chi pesca all’aspetto in acque basse.
Sulla costa tirrenica del Promontorio del Circeo, le profondità sono piuttosto contenute, e permettono di sperimentare belle catture anche senza spingersi oltre i 10 metri. Al contrario, in alcune zone il fondale si ferma a 6-7 metri. A Punta Rossa e Neanderthal arriva a circa 10 metri.
Che si scelga di dirigersi a nord dell’antica torre di Torre Paola, verso una placida scogliera che declina in acque molto basse, o si decida di immergersi nel lungomare di San Felice Circeo usando le comode scalette a disposizione, la pesca autunnale sulla costa del Circeo può regalare sorprese di un certo peso.
Levante Ligure in autunno, una sfida avvincente
Se si ha la possibilità di accordare la gita peschereccia al meteo, il Levante Ligure è una meta da non farsi scappare in autunno. Quando c’è brutto tempo il mare può diventare molto mosso, e rendere la pesca subacquea pressoché impraticabile, ma nelle tiepide giornate d’ottobre i fondali di Bogliasco, Moneglia e Sestri Levante offrono ghiotte opportunità per chi ama praticare la pesca all’agguato e prevede di viaggiare con un arbalete corto.
Gli amanti dell’aspetto sul grotto e della pesca in tana troveranno di che divertirsi nella zona di Bogliasco, mentre Camogli offre ottime prospettive per l’agguato in basso fondo anche immergendosi comodamente dalla spiaggia.
Finita la stagione delle acciughe, iniziano a farsi vedere ricciole e orate, ma anche i pelagici – e qualunque uscita può trasformarsi in un’avventura inaspettata.
Pesca subacquea: l’autunno mite della Sicilia
La Sicilia è il paradiso per la pesca subacquea, in tutte le stagioni dell’anno. Il clima particolarmente mite dell’autunno siciliano, però, rende questa stagione particolarmente affascinante. Difficilmente la temperatura a novembre scende al di sotto degli 8-10 gradi, e la costa siciliana resta affollata di pelagici fino all’inverno.
La temperatura in acqua è sempre accettabile (se si resta a distanza dalle correnti dello Stretto e dalla zona di Melfi) e si può sperare di fare incontri ravvicinati con grosse prede anche vicinissimo alla costa. Il versante occidentale dell’isola è quello tradizionalmente considerato più pescoso, ma d’autunno anche la zona di Catania – “ripulita” da imbarcazioni e natanti estivi – riserva begli incontri.
Nel mare siciliano si trova di tutto: grosse cernie, ricciole, dentici, tonni, corvine e saraghi, ma anche orate e cefali giganti da basso fondo. Per quanto riguarda le tecniche, la Sicilia consente di sperimentare praticamente qualsiasi cosa, dall’aspetto su grotto alla pesca in tana. Quello per cui molti scelgono proprio la Sicilia in autunno, però, è l’avvincente pesca ai pelagici, che in questa stagione è particolarmente ricca a tutte le profondità.