Tecniche di navigazione e orientamento sottomarino

Orientamento sottomarino (anche per la pesca sub)

Tecniche di navigazione e orientamento sottomarino

L’orientamento sottomarino è una capacità che va acquisita in acqua: le tecniche con cui ci si orienta in superficie, infatti, non sempre sono sufficienti a trovare la propria direzione quando si è in immersione. Sott’acqua il campo visivo è limitato, e le possibili “strade” si sviluppano su tre dimensioni, complicando non poco la ricerca di punti di riferimento.

Le tecniche di navigazione sottomarina, con o senza bussola, sono fondamentali per chi pratica immersioni con le bombole. Molto meno per chi pesca in apnea, che non può che restare nei pressi della sua plancetta di superficie. Eppure delle buone capacità di orientamento subacqueo possono essere molto utili ai pescatori, e non soltanto per ritrovare una zona di pesca appena scoperta.

Pesca sub e navigazione subacquea

La capacità di sapere dove si è sott’acqua, in base all’orientamento naturale o aiutandosi con strumenti come bussole e GPS, è fondamentale per delle immersioni consapevoli. Essere in grado di raggiungere un punto prestabilito o saper tornare al punto di partenza, anche in presenza di scarsa visibilità e forti correnti, può fare la differenza in termini di sicurezza e di autonomia.

I pescatori subacquei non fanno un grande uso degli strumenti di navigazione sub, fatta eccezione per un generico GPS, che in molti utilizzano per memorizzare e ritrovare spot particolarmente generosi.

D’altro canto, perdersi sott’acqua durante una battuta di pesca è molto difficile: oltre alla limitazione temporale data dall’apnea, bisogna considerare che la normativa impone di pescare nel raggio di 50 metri dalla boa o plancetta di segnalazione, motivo per cui la superficie esplorabile a seguito di un tuffo è piuttosto contenuta.

Per ritrovare il luogo di un’immersione, però, si possono usare anche le care vecchie tecniche di orientamento e navigazione, come la triangolazione e il rilevamento con i punti a terra.

Le basi dell’orientamento sottomarino

L’orientamento naturale rappresenta un elemento fondamentale della navigazione subacquea: quella stessa propensione che permette agli individui in superficie di sapere quale direzione prendere interviene anche in ambiente sottomarino, determinando buona parte della capacità di ritrovare la propria strada sott’acqua.

L’orientamento naturale si basa sulla capacità di individuare e saper mantenere dei riferimenti spaziali, che sott’acqua sono decisamente diversi da quello che avviene in superficie. Alcune caratteristiche utili all’orientamento in immersione sono, per esempio:

  • la morfologia del fondale: la presenza di pareti o cigliate o di particolari formazioni rocciose può offrire la possibilità di individuare un punto d’uscita, d’entrata o un cambio di rotta;
  • la composizione del fondale: se si attraversano diversi fondali, memorizzarne la composizione permette di individuare la direzione dell’immersione;
  • la luce del sole: utile soprattutto al mattino presto o nel tardo pomeriggio, la luce dei raggi solari può indicare la direzione in maniera molto chiara;
  • l’inclinazione del fondale: può essere molto utile per indicare se ci si sta avvicinando o allontanando dalla riva;
  • la presenza di oggetti o pareti: se ci si immerge vicino a un relitto o lungo una parete, tenere sempre la stessa spalla in direzione dell’oggetto è un ottimo modo per orientarsi;
  • le correnti: la presenza di correnti tipiche come quelle di marea o quelle lungocosta permette di avere un ulteriore indicatore di direzione.

Inoltre, come sottolineato nel Manuale di Navigazione di Scuba School International (2019), uno degli aspetti più importanti per una buona navigazione naturale è la pianificazione dell’immersione, un’attività fondamentale soprattutto per chi si immerge con le bombole e copre distanze importanti.

La navigazione subacquea con la bussola

Quando si parla di strumenti di orientamento sub non ci si riferisce quasi mai al GPS, bensì alla bussola subacquea. Questo strumento è così cruciale nell’sperienza di un esploratore subacqueo che saperlo utilizzare è considerata una conoscenza propedeutica alla frequenza di alcuni corsi per il conseguimento dei brevetti sub.

Durante l’immersione, la bussola può essere la base per creare la propria mappa mentale del sito e stabilire le rotte, almeno finché le proprie capacità di orientamento naturali non saranno abbastanza sviluppate. A quel punto, la bussola resterà comunque uno strumento da tenere in ottima considerazione: non soltanto permetterà al sub di ritrovare l’orientamento anche dopo forti mareggiate, ma costituirà una sicurezza importante nel caso in cui si perdano temporaneamente le mire.

L’utilizzo della bussola non trova certo la migliore espressione nella pesca sub: l’uso di questo strumento, infatti, andrebbe ad intaccare il prezioso tempo dell’immersione. In combinazione con le tecniche di orientamento naturale, però, la bussola può essere utilizzata in superficie per memorizzare e individuare i luoghi d’immersione senza ricorrere al GPS.

Se ci si immerge solo in apnea o per pescare, acquisire delle buone capacità di orientamento naturale è certamente più utile rispetto al saper utilizzare la bussola in immersione. Sapersi orientare in acqua resta comunque una delle competenze più proficue e trasversali, quando si tratta di affinare i propri strumenti in vista di immersioni sempre più sicure e divertenti.