Tecnologie innovative negli arbaleti e attrezzature subacquee

Innovazioni subacquee negli arbaleti e oltre

Tecnologie innovative negli arbaleti e attrezzature subacquee

L’esplorazione delle profondità marine affascina da sempre l’animo umano, e le sfide tecniche nate dalla volontà di raggiungere luoghi sempre più remoti sono tutt’oggi il motore di una storia fatta di grandi pionieri e invenzioni rivoluzionarie.

Se appena trent’anni fa era impensabile immergersi in inverno con una muta comoda e della misura giusta, oggi l’esperienza del sub è efficiente, stimolante e adatta a tutti. Che si tratti di pesca subacquea o di immersioni turistiche alla scoperta di relitti marini o creature dell’oceano, la giusta attrezzatura permette di esplorare i fondali in maniera sicura e sempre più performante, e questo è il frutto di decenni di ricerca e innovazione.

Innovazioni subacquee, una storia di pionieri

Il ventesimo secolo è stato un’epoca d’oro per le innovazioni subacquee: grazie all’ingegno di pionieri come Jacques-Yves Cousteau e i fratelli Pulvénis sono state introdotte decine di nuove tecnologie, che nel giro di qualche decennio hanno completamente rivoluzionato le discipline sottomarine.

In Italia, le prime attrezzature per le immersioni s’iniziano a vedere negli anni Trenta: pinne, maschere, boccagli e pesanti fucili a molla fanno la loro comparsa nel sottocosta, e la pesca in apnea diventa una pratica piuttosto comune nelle località di mare. Le immersioni però non rientrano ancora nell’ambito delle attività ricreative, e sono ancora accessibili a un’esigua minoranza di persone.

Nell’arco di vent’anni, l’immersione ricreativa diventa una realtà consolidata grazie all’invenzione rivoluzionaria di Jacques-Yves Cousteau ed Émile Gagnan, che negli anni Quaranta sviluppano l’Aqualung, il primo autorespiratore subacqueo a circuito aperto (SCUBA) che raggiungerà il successo commerciale. Siamo già lontani dai tempi degli scafandri in pelle e degli uomini rana, ma la subacquea continuerà ad evolvere senza sosta insieme alle aspirazioni degli uomini, rendendo la pratica delle immersioni tecniche e ricreative sempre più sicura e accessibile.

All’inizio del ventunesimo secolo, l’uso di computer subacquei è ormai la norma e la scienza sembra concentrare i propri sforzi sul tema della comunicazione sottomarina. Esiste già l’Internet of Underwater Things, una sorta di IoT sottomarino, e si sta lavorando nel rendere praticabili le comunicazioni subacquee a lunga distanza, riuscendo in un’impresa che sembra ancora oggi fantascientifica e che potrebbe avere un enorme impatto sulla pratica delle immersioni.

Innovazione nelle attrezzature subacquee
In questa foto dell’attrice Hope Lange scattata in Florida si può osservare lo stato dell’arte dell’attrezzatura subacquea nel 1954 (Foto: Charlotte Brooks, Library of Congress, https://hdl.loc.gov/loc.pnp/ppmsca.78976)

L’evoluzione dell’attrezzatura subacquea

Le discipline subacquee sono intrinsecamente legate alla tecnologia: nelle immersioni con ARA a ARO le strumentazioni determinano esattamente fin dove è possibile spingersi, e la propria sopravvivenza dipende direttamente dal corretto funzionamento delle attrezzature.

Nell’apnea questo rapporto con la tecnologia è meno centrale, ma basta pensare di svolgere una qualunque attività subacquea per tornare a fare i conti con l’importanza di un’attrezzatura adeguata. La pesca subacquea, per esempio, fa affidamento su arbaleti sempre più potenti, precisi e facili da maneggiare e su mute in neoprene che permettono di pescare anche in pieno inverno, frutto di decenni di innovazione e sperimentazione.

Le pinne, per esempio, hanno tratto un notevole vantaggio dagli studi in materia di idrodinamica e dalla scoperta di nuovi materiali: le vecchie attrezzature in gomma, pesanti e ben poco resistenti a scogli e altri ostacoli, sono state presto sostituite da moderne pinne in vetroresina e carbonio, che offrono diversi gradi di leggerezza e resistenza agli urti, e permettono di trovare la rigidità perfetta per la propria pinneggiata.

Anche mute e maschere da sub sono diventate più performanti e comode da indossare, grazie allo sviluppo di nuovi materiali come il neoprene e all’avvento di design sempre più ergonomici. Le nuove conoscenze, inoltre, hanno permesso di capire che troppa aria all’interno della maschera può diventare un fattore di disagio quando ci si immerge in apnea, e i progressi nel campo dell’ottica hanno reso possibile la creazione di maschere con lenti graduate, rivoluzionando la vita dei sub miopi, astigmatici o ipermetropi.

Attrezzature avanzate sub: l’era dei computer

L’ultima parte del ventesimo secolo è stata attraversata dalle sorti di una delle più grandi innovazioni della tecnologia sottomarina: il computer subacqueo. Anticipati dai decompressimetri “analogici” con camera d’aria e membrana di ceramica porosa, i primi computer elettronici per l’attività subacquea cambiarono profondamente il mondo delle immersioni con respiratore.

Il DecoBrain e l’Orca Edge, entrambi datati 1979, permettevano di calcolare la pressione parziale dei gas inerti nel corpo basandosi sulla profondità e sul profilo di immersione, e avvisavano il sub quando la velocità di risalita era eccessiva o si era mancata una tappa di decompressione.

L’ottimizzazione di questi strumenti, che potevano contare sul monitoraggio dei parametri in tempo reale, costituì un importante passo avanti in materia di sicurezza subacquea: il controllo costante di parametri come tempo, profondità e livelli di ossigeno permette infatti di ridurre notevolmente il rischio di malattia da decompressione.

I computer subacquei di oggi sono diretti discendenti dei leggendari strumenti che sconvolsero gli anni Ottanta: misurano la pressione ambientale per calcolare la pressione parziale dei gas all’interno dei tessuti del corpo, e tramite complessi algoritmi di decompressione stabiliscono una velocità di risalita e delle tappe di decompressione da rispettare, eseguendo grossomodo i calcoli che si farebbero utilizzando orologio, profondimetro e tabelle di decompressione.

La grande parte dei computer subacquei è pensata per i set SCUBA a circuito aperto, e in generale le immersioni con i respiratori sono quelle ad aver maggiormente beneficiato di quest’innovazione. Oggi però esistono prodotti appositamente pensati per le esigenze di chi fa tutt’altro tipo di immersioni, come chi pratica la pesca subacquea. Ci sono per esempio computer subacquei che forniscono, insieme alla profondità e il tempo d’immersione, anche il numero progressivo dei tuffi e la navigazione GPS, permettendo di tracciare l’intera spedizione e memorizzare sulla mappa i posti in cui tornare.

Innovazione e tecnologia degli arbaleti
L’avvento dell’arbalete ha reso possibili imprese un tempo impensabili con strumenti leggeri e potentissimi (Foto: Alemanni-Sub)

Tecnologie innovative negli arbaleti: l’avvento delle gomme

Quando si parla di pesca subacquea, l’innovazione riguarda soprattutto i fucili da sub: dai primi rudimentali strumenti costruiti con pompe di biciclette e molle potentissime, come quelli ingegnati dai fratelli Pulvénis negli anni Trenta del secolo scorso, siamo arrivati in meno di cent’anni ad avere arbaleti leggeri e potentissimi.

Il primo fucile subacqueo della storia era un lungo tubo di rame, ed è stato seguito negli anni da diverse iterazioni del fucile a molla, tutte accomunate da una caratteristica che sembrava inaggirabile: questi fucili erano pesanti, lunghi e decisamente difficili da maneggiare.

Nacquero poi i fucili ad aria compressa e quelli a propulsione oleopneumatica, che permettevano di regolare la potenza di tiro pur restando piuttosto pesanti. I modelli più performanti offerti dai costruttori italiani arrivarono a spostare l’impugnatura sul posteriore, ispirati dalle prestazioni dei primi arbaleti che spopolavano all’estero, ma per la svolta vera e propria avremmo dovuto attendere l’avvento di questi fucili di nuova generazione, costituiti da una struttura in legno con impugnatura posteriore e un forte elastico per scagliare l’asta. Leggeri ed estremamente maneggevoli, gli arbaleti erano più potenti e in grado di effettuare tiri molto più precisi, e conquistarono in breve tempo un’importante fetta di mercato.

Con l’introduzione di questi nuovi strumenti, la pesca sub è cambiata per sempre: se prima prevedeva una prestanza fisica fuori dal comune a causa delle dimensioni e del peso dei fucili pneumatici, con l’avvento dell’arbalete è diventata una disciplina accessibile praticamente a tutti. E i pescatori più esperti non poterono che apprezzare potenza e praticità dei fucili di nuova generazione.

L’ultima evoluzione nella propulsione degli arbaleti: la tecnologia roller

Gli arbaleti tradizionali a doppia e tripla gomma sono stati la prima scelta dei pescatori subacquei per anni (e per molti lo sono ancora oggi grazie alla loro estrema maneggevolezza, che li rende lo strumento ideale in alcuni scenari di pesca).

A un certo punto, però, ha iniziato a trovare diffusione una tecnologia che garantisce performance decisamente migliori: grazie a delle pulegge si può infatti sfruttare la corsa degli elastici fino alla testata, ottenendo lanci molto potenti con un fucile di lunghezza e peso ancora più contenuti. La tecnologia roller, inizialmente ostracizzata per via degli scarsi risultati di alcune sue declinazioni, è oggi considerata la forma di propulsione più all’avanguardia per quanto riguarda gli arbaleti.

Perfezionata e ottimizzata, questa tecnologia ha attraversato negli ultimi anni un’ulteriore evoluzione. Aggiungendo due pulegge vicino al meccanismo di un arbalete pretensionato, è possibile allungare il pretensionamento e ottenere un booster potenziato: da questa intuizione nascono gli arbaleti roller special Alemanni, arbaleti leggeri e potentissimi che permettono di lanciare l’asta a distanze considerevoli e di adattare rapidamente la potenza del tiro alle diverse situazioni di pesca.

Un altro versante su cui si gioca l’innovazione degli arbaleti è quello del design, un aspetto che va ben oltre l’estetica: contemporaneamente all’introduzione di nuovi materiali come il carbonio, si è iniziato a lavorare sulla forma e sulla massa degli arbaleti, riducendo al minimo gli spessori in modo da aumentarne fruibilità ed efficienza.

Innovazioni subacquee
Innovazione al servizio delle performance: la discesa assistita con Alemanni Spearfishing Buddy (Foto: Alemanni-Sub)

Spearfishing Buddy, l’innovazione incontra l’ingegno

Le innovazioni subacquee non riguardano soltanto lo sviluppo e l’ottimizzazione di strumenti che rendano le immersioni più sicure, come i computer subacquei e il Kingii, un dispositivo indossabile che può essere azionato in fase di emergenza per una risalita autogestita.

In alcuni casi, l’ingegno può prendere la forma di attrezzi orientati alle performance e al perfezionamento del gesto atletico: è il caso dell’Alemanni Spearfishing Buddy, un rivoluzionario sistema di discesa variabile che permette di immergersi in autonomia durante allenamenti e attività didattiche.

È composto da un potente verricello elettrico con frizione integrata montato su un gavone stagno galleggiante, che permette di stabilire la profondità desiderata e la velocità di discesa. Utilizzato con un compagno in superficie, Spearfishing Buddy può recuperare il subacqueo su richiesta: una feature molto utile in allenamento ma anche per risparmiare energie durante la pesca, e anche un esempio di come le intuizioni e gli esperimenti dei produttori possano contribuire a rendere ancora più sicura e stimolante l’esperienza subacquea di tutti – professionisti, esploratori, turisti in vacanza e pescatori subacquei.